LA CITTADELLA

La Cittadella è un piccolo borgo indipendente cinto di mura, a deciderne le sorti è un Consiglio cittadino, i cui membri sono scelti per censo, mentre a proteggerne confini e leggi è la Guardia cittadina.

Le famiglie
Alla Cittadella vivono oggi 8 famiglie, la gran parte delle quali ha una casa-bottega all’interno delle mura, in cui vive e lavora.
Ciascuna ha anche il Podere, cioè terreni e possedimenti in campagna, dove vive il resto della famiglia e da cui provengono le materie prime dei loro commerci. Al Podere risiede anche il Decano o la Decana, ovvero la persona con anzianità ed esperienza tali da essere considerata la vera e propria guida della Famiglia.
ll Podere non è mai inquadrato dal larp, ma ha spesso una grande rilevanza nella storia, dal Podere possono infatti arrivare messaggi, merci, ordini, opportunità, gatte da pelare...

La Cittadella oggi...
Sebbene non sia passato nemmeno un anno dalla Fiera d'Estate che avrebbe dovuto rilanciare i commerci della Cittadella e portare prosperità e ricchezza, molte cose sono cambiate tra le mura del borgo.
Mentre un tempo la rivalità tra famiglie e botteghe regolava gli equilibri della Cittadella, il sopraggiungere della guerra ha creato nuove inimicizie e alleanze, e mutato alcuni dei mestieri artigiani per far fronte alle nuove necessità.
Alla fine dell'estate, la famiglia di Novigrad a cui il Consiglio Cittadino si era rivolto per pagare gli ingenti debiti contratti dal borgo, i La Valette, si sono trasferiti alla Cittadella per sfuggire al dominio della Fiamma Imperitura su Novigrad, e sono stati accolti come nuova famiglia.
La guerra non ha ancora toccato la Cittadella, ma accadrà non appena tornerà la primavera, e se l'Inverno non fosse giunto sarebbe già successo. Ecco perché in tanti si sono già schierati, o hanno persino combattuto, col Rosso o col Nero; in disaccordo tra loro, talvolta all'interno di una stessa famiglia.
E' stato La Valette, nuovo Capo del Consiglio Cittadino, a imporre che la Cittadella non si schierasse apertamente, ma questo precario equilibrio non durerà per sempre. Ecco perché è stata indetta una Tregua, per trattare, e per decidere il destino del borgo... ancora una volta.
FAMIGLIA ALTENDORF

Gli Altendorf sono una delle due famiglie originarie della Cittadella. Un tempo erano sudditi del Barone Grunwald, poi, in combutta con i Godfrei, ordirono una congiura per deporre il barone e terminare il suo dominio nel sangue.
Il nome degli Altendorf è noto a studiosi, nobili e gente facoltosa in generale. Il laboratorio di stampa fondato dal capostipite oltre 100 anni fa è infatti uno dei più rinomati e apprezzati. La fama ovviamente attira clienti e denaro, ma anche invidia e malizia, e in passato è successo che bigotti e malelingue insinuassero che non tutti i libri stampati nella loro officina fossero innocui. La Fiera d’Estate, originariamente, fu ideata e finanziata dagli Altendorf.

Pessimi rapporti con: Dabrowska, Var Linden
Buoni rapporti con: Godfrei, Rozewicz
FAMIGLIA DABROWSKA

I Dabrowska non parlano volentieri del passato di famiglia, o del periodo d’oro, prima della guerra e dei tempi bui che ne seguirono, in cui ancora vivevano a Novigrad. Arrivarono alla Cittadella nottetempo, ai tempi delle Grandi Purghe, e furono i Godfrei a dar loro rifugio e condividere quel poco che avevano, senza far troppe domande. Se avessero denari da parte nessuno lo sa per certo, quel che avvenne fu che nel giro di pochi anni comprarono terreni e il Podere lavorando sodo, dapprima vendendo cereali e ortaggi, e poi aprendo una piccola bettola in cui servono la migliore birra del circondario. Il fatto che sia l’unica birra disponibile alla cittadella è un puro dettaglio. I Dabrowska, benché non siano affatto ricchi, sono ben considerati alla Cittadella perché gran lavoratori, riservati e onesti.

Pessimi rapporti con: Altendorf, Novak Buoni rapporti con: Godfrei, Isenbrand
FAMIGLIA GODFREI

Quando la Cittadella era ancora il Castello di Grunwald, i Godfrei erano i cavalieri della nobile casata: fieri, rispettabili e benestanti. Poi, in combutta con gli Altendorf, ordirono una congiura per deporre il barone e terminare il suo dominio nel sangue. La famiglia Grunwald fu sterminata, ma il barone giocò l’ultimo tiro mancino ai suoi cavalieri dalla tomba: le casse del tesoro su cui i Godfrei contavano per avviare una bottega e nuovi commerci erano vuote. Mantennero la propria casa alla Cittadella, e acquisirono i terreni boschivi del Podere, ma la ricchezza che tanto desideravano non giunse mai. Anche grazie all’amicizia con gli Altendorf continuano a vivacchiare, vendendo i possedimenti infruttuosi e lavorando per altre botteghe e per la Cittadella. L’orgoglio di una volta non è perduto, e nonostante la povertà in cui versa la famiglia, i Godfrei pretendono lo stesso rispetto di un tempo.

Pessimi rapporti con: Rozewitzc e Isenbrand
Buoni rapporti con: Altendorf e Dabrowska
FAMIGLIA ISENBRAND

Gli Isenbrand sono originari di Zelenkirchen, e giunsero alle porte della Cittadella come profughi di guerra quando il regno fu conquistato dall’Impero. Accolti tra le mura del paese per il buon cuore degli abitanti, gli Isenbrand cercarono immediatamente di darsi da fare e farsi benvolere. Con gran sorpresa di tutti, e per loro fortuna, nella fuga erano riusciti chissà come a portare con sé una cospicua somma di denaro, tale da comprare ai Godfrei la loro antica dimora ed in breve trasformarla in una magnifica taverna: Lillà e Uva Spina. Da allora sono membri produttivi della comunità, ma è meglio non parlar bene degli Imperiali in loro presenza.

Pessimi rapporti con: Godfrei, Var Linden
Buoni rapporti con: Novak, Dabrowska
FAMIGLIA NOVAK

Prima di giungere alla Cittadella i Novak vivevano a Novigrad, dove per secoli hanno avuto una rispettabile bottega in cui preparavano liquori, spiriti e spezie. Stando ai loro racconti non erano né particolarmente ricchi, né particolarmente in vista, ma non di meno la politica è faccenda complicata, e i Novak si ritrovarono ad avere un nemico potente proprio in uno dei momenti peggiori in città. Erano i tempi delle Grandi Purghe, e si rischiava di finire al rogo o alla forca per una delazione o anche solo un sussurro all’orecchio della persona giusta. Fu la paura a spingere i Novak ad abbandonare Novigrad in tutta fretta. Alla Cittadella furono accolti bene, ed aprirono rapidamente bottega, ma i vecchi rancori verso Novigrad non si sono mai affievoliti e con le altre famiglie che giunsero dalla grande città non vanno molto d’accordo.

Pessimi rapporti con: Dabrowska, Rozewicz
Buoni rapporti con: Isenbrand, Var Linden
FAMIGLIA ROZEWICZ

I Rozewicz sono sempre stati molto, molto ricchi. Originari di Novigrad, la leggenda vuole che il capostipite, Faustus Rozewicz, dopo aver viaggiato in tutto il continente per acquisire ogni segreto di oreficeria, fondò la bottega a Novigrad e nel giro di pochi anni divenne Consigliere della città. Educati, ricchi, di aperte vedute, i Rozewicz, forti dei loro denari e del loro prestigio, hanno sempre fatto sfoggio del proprio orgoglio. Come altri, fu al tempo delle Grandi Purghe che la famiglia decise di trasferirsi: i Rozewicz continuavano ad essere decisamente ricchi, nonostante le disgrazie di quei tempi e la rovina che era scesa su tante altre famiglie rispettabili. L’invidia, si sa, può creare parecchi danni, specie in un clima di sospetto e pubbliche esecuzioni, fu questa consapevolezza a spingerli alla fuga. Pagarono, subito, un cospicuo tributo alle casse del paese per essere accolti e aprire bottega, e da allora sono la famiglia più ricca e influente della Cittadella.

Pessimi rapporti con: Godfrei e Novak
Buoni rapporti con: Altendorf e Var Linden
FAMIGLIA VAR LINDEN

I Var Linden sono di origine imperiale, benché la gran parte dei membri della famiglia siano nati alla Cittadella e quelle contrade non le abbia mai viste. Tre fratelli erano soldati durante la guerra, coscritti per la campagna imperiale, ma in patria erano borghesi ed il loro mestiere era quello di tintori, tessitori e sarti. Stanchi della vita militare e della guerra che sembrava impossibile da vincere, decisero di disertare. Trovarono rifugio in una zona montuosa non lontana dalla Cittadella, presso una donna locale rimasta orfana e vedova; uno dei fratelli se la sposò e decisero che non sarebbero più stati sudditi dell’Impero, né di nessun altro. Uno dei fratelli partì in segreto per tornare a casa, e tornò con altri Var Linden e con i segreti del loro mestiere. Alla fine della guerra, per paura che uno dei regni del nord giungesse a prendersi le loro terre, I Var Linden andarono alla Cittadella, e si accordarono per stabilirsi entro i suoi confini, contribuendo al benessere del paese con una bottega artigiana ed i proventi delle campagne. Da allora sono membri stimati della comunità, e tra i più ricchi, anche se molti compaesani non scordano le loro origini, né le atrocità commesse dagli Imperiali.

Pessimi rapporti con: Altendorf, Isenbrand
Buoni rapporti con: Novak, Rozewicz
FAMIGLIA LA VALETTE

I La Valette, di origini assai antiche e nobili, tanto da fregiarsi del titolo di Baroni anche nella città libera di Novigrad, sono stati tra le casate più influenti e ricche dell'intero Nord da tempo ormai immemore.
Dopo che a Novigrad la Fiamma Imperitura ha preso il controllo politico oltre che religioso della città, la famiglia del precedente Capo del Consiglio Cittadino, Arkadius La Valette, ha cercato riparo alla Citadella, pesantemente debitrice nei loro confronti. Si dice che i La Valette fossero fortemente contrari all'invasione di Zelenkirchen e alla guerra di conquista mossa da Novigrad, e si dice anche che non siano scappati per capriccio, ma dopo un paio di tentativi di assassinio ai loro danni.
Di fatto, i La Valette hanno pagato una somma da capogiro per coprire i debiti della Cittadella, ottenendo in cambio il pignoramento di tutte le Botteghe qualora non gli avessero versato tasse per risanare il prestito. Quando furono in difficoltà, alla Cittadella nessuno poteva negar loro accoglienza, e così La Valette, forte del denaro prestato per salvare il borgo, ha imposto un nuovo Consiglio Cittadino da lui guidato, fatto modificare lo Statuto Cittadino e, nonostante la Cittadella sia ancora sotto l’egida di Novigrad, ha coltivato rapporti amichevoli nei confronti dell’Impero.

Pessimi rapporti con: Novigrad
Buoni rapporti con: tutte le famiglie della Cittadella, volenti, o nolenti.
STORIA DELLA CITTADELLA

In un tempo lontano, che solo gli anziani del paese ricordano, il castello era la dimora della nobile famiglia Grunwald e nel borgo cinto di mura risiedevano i loro cavalieri e alcune famiglie di artigiani e braccianti loro sudditi.

Ben prima che i venti di guerra spazzassero la regione, nella cittadella covava rancore: gli eccessi e le ambizioni del barone, le tasse inique, la crudeltà nell’amministrare giustizia furono solo alcune delle cause della rivolta.
Gli Altendorf, ricca famiglia di stampatori e vera eccellenza del paese, e l’autorevole casata di cavalieri Godfrei furono i promotori di una sommossa cittadina che portò all’assassinio dell’ultimo barone Valick Grunwald e della sua discendenza, e alla fondazione di un borgo libero, amministrato da un consiglio cittadino eletto tra le famiglie. Il censo, e non più il sangue, regolava il controllo della Cittadella.
La potente e vicina città indipendente, Novigrad, fu certo un’ispirazione forte per i rivoltosi, ma c’è chi dice che non fornì solo l’esempio, ma anche denaro e armati per supportare la caduta dei Grunwald. Il primo Consiglio Cittadino, infatti, deliberò che il borgo sarebbe stato sotto la protezione di Novigrad, per favorire i commerci e proteggere la novella libertà dalle mire degli avidi baroni dei Regni del Nord.

Collegate da una strada che taglia la lugubre foresta di Grunwald, la Cittadella e Novigrad erano legate da vantaggiosi accordi commerciali e da un sistema di tributi da pagare alle casse della grande città, in cambio di protezione e della manutenzione della strada. Furono tempi d’oro quelli, ricchi di ambizioni e speranze, la Cittadella prosperava e la piccola fiera annuale, Il Mercato d’Estate, divenne di anno in anno sempre più frequentata e lucrosa.

Considerata quasi un quartiere molto periferico di Novigrad, la Cittadella fu anche il refugium peccatorum di alcune famiglie e individui che col tempo ritennero più saggio, o più sicuro, trasferirsi lontano dalla città. La potente Chiesa della Fiamma Imperitura di Novigrad, zelante e spietata nello scovare ed estirpare ogni forma di perniciosa magia, talvolta volgeva il suo sguardo anche su rispettabili artigiani, studiosi, alchimisti ed erboristi.
Nei drammatici mesi noti come il periodo della Grande Purga, le famiglie Rozewicz, Dabrowska e Novak trasferirono dimora e bottega tra le mura della Cittadella, portando ricchezze e saperi preziosi.

La regione, da sempre teatro di dispute territoriali dei litigiosi baroni del Nord, era in pace da decenni quando il potente Impero allungò il suo guanto armato su quelle terre.
Giunse la guerra, e con essa la rovina, la miseria, l’abbandono e, da ultima, la peste.

Lunghi anni di scontri sprofondarono il territorio nella disperazione. L’Impero conquistò la vicina roccaforte di Zelenkirchen, ma non riuscì ad annettere ai propri confini le regioni del Nord, né Novigrad e i suoi dintorni, com’era nei piani.
Durante l’estenuante tempo di guerra, profughi e poveracci si spostarono in cerca di una nuova casa, ma accadde anche che ufficiali e soldati dell’Impero bruciassero la propria casacca e seppellissero le proprie insegne per sposare una donna locale o per stabilirsi in fattorie e paesini ormai abbandonati o decimati.

Quando l’Impero si ritirò, lasciando dietro di sé una terra martoriata e in ginocchio, alla Cittadella si erano aggiunte due nuove famiglie, gli Isenbrand, profughi fuggiti da Zelenkirchen, e i Var Linden, ex soldati imperiali che avevano deciso di restare.

Trent’anni sono passati dall’inizio di quell’infausto conflitto, ormai la temibile peste che ne seguì non miete vittime da oltre 4 inverni ed una tiepida speranza di tornare ai fasti di un tempo si è diffusa tra le famiglie della Cittadella.
La scorsa estate i rapporti con Novigrad, sia politici che commerciali, erano ancora in essere, ma la distanza tra la grande città e il borgo si era acuita sempre più. Una distanza che era anche e soprattutto fisica, perché in tempo di guerra la strada attraverso la foresta di Grunwald era diventata pericolosa e il ponte che rendeva il viaggio breve era stato distrutto. Per lungo tempo la Cittadella fu isolata da Novigrad e solo grazie agli sforzi di tutte le famiglie il ponte fu ricostruito.
Il Consiglio Cittadino, persuaso che fosse tempo di tornare a ricostruire, investire e guardare lontano, aveva organizzato un nuovo Mercato d’Estate. La speranza era che la fiera un tempo nota nella regione come nei regni circostanti fosse il traino che spingerà la Cittadella verso un futuro più prospero.

Quello che accadde fu che i giorni della Fiera svelarono come il compianto Borgomastro, assassinato qualche mese prima, lavorasse in segreto come spia dell'Impero, e avesse volutamente inasprito i rapporti con Novigrad. Fu Novigrad, e non la Cittadella, a scoprire la vera natura del borgomastro, e a farlo assassinare in segreto.
Nel frattempo il forziere con l'oro delle tasse cittadine era stato rubato, e c'era in ballo un pesante debito da versare a Novigrad... fu la Baronessina Aryana La Lavalette ad offire il denaro per sanare il debito, un prestito in cambio del pignoramento di tutte le botteghe qualora la Cittadella non avesse restituito i soldi. Tutti erano riconoscenti ai La Valette, e quando la ricca famiglia fuggì da Novigrad in disaccordo con la politica della Fiamma Imperitura, furono accolti a braccia aperte e si imposero facilmente come nuova famiglia egemone nel borgo.

Intanto Novigrad si era lanciata nella crociata di liberare il Nord dall'empietà e unificarlo sotto il proprio stendardo, la guerra era alle porte e sarebbe giunta alla Cittadella con il suo fardello di morte e devastazione, se non fosse giunto il peggiore Inverno che si ricordasse a memoria d'uomo.

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