Stile di gioco
Spero vi compiaccia, o splendida prole,
Codesta breve carme qual io scrissi
Ch’io voglio sol ciò che lo doge vuole,
Ei chiese a me di trarre dagli abissi
Della storia la fonte dello suo casato.
Scavai come alcun uomo ebbe scavato,
Eccezional tesoro sorse infatti
ispirandommi et or vi narro i fatti.
I miei omaggi o miei anelanti spettatori, me tapino in questo nuovo palco già mi ritrovo ad abusar della vostra amplissima pazienza. Ebbene, previo al favellar di audaci imprese e di omini de mar già vincitori è cosa necessaria tediarvi con la mia persona. Venni in questa ricca casa di Venezia quando Andrea Gritti doge chiamommi per allietar lui e corte sua alla moda di Ludovico Ariosto, ma con un’opera megliore, come è chiaro e trasparente.
Il metaracconto

Cronache di Alarya non è ambientato in un mondo fantastico, ma in un poema cavalleresco scritto da un autore cinquecentesco per il diletto della sua corte, il mondo di gioco è quindi carente e insensato perché non si tratta un mondo in sé per sé ma ciò che l’autore decide di narrare di volta in volta. Compreso ciò, presto si capisce quali siano le implicazioni, in primis la storicità, sebbene in Cronache di Alarya si faccia menzione di svariati fatti ed eventi storici, la scrittura non punta assolutamente ad essere storicamente accurata, pensate ad esempio alla Vocazione di San Matteo: Matteo evangelista nacque più o meno cinquant’anni dopo la morte di Cesare, eppure Caravaggio lo immagina e lo dipinge con un bel farsetto cinquecentesco; in secundis i personaggi di Cronache di Alarya non sono realistici ma avvincenti, essi hanno sistemi di valori grotteschi e fanno scelte strampalate, questo perché l’autore li ha scritti per catturare l’interesse del suo pubblico, che non cerca storie plausibili ma meravigliose che lo distraggano dalla noiosa vita burocratica della Serenissima rinascimentale.
Il nostro stile

Ai funzionari imperiali piace scrivere eterni tomi di leggi e regolamentazioni: ma qui si fa poesia, semplice e pura, senza formalismi o direttive inutilmente prolisse.

Il poema, seppur fantastico, è frutto di un umile uomo. Tutto ciò che avviene accade come potrebbe accadere nella realtà, sia che si tratti di azioni che l’uomo mai potrà compiere, sia che si tratti di vita quotidiana. L’azione dei personaggi è dunque semplice e effettiva, ma realistica e vissuta come vita vera. Come ogni scritto, che quando letto diviene realtà. Così costumi, vesti, usi, reazioni saranno, dalla prima all’ultima pagina, nostri.

La vita scorre in esso, nei suoi personaggi: è lor alto compito, vostro impegno, di superar la bianca pagina e seminare di inchiostro vivo la realtà. Scrivete la vostra storia, fate che i posteri di voi cantino nelle sere d’inverno, rendete la vostre gesta belle, degne e dolci.

E sempre rimembrate: chi corre su queste pagine di ventura, non agisce sol per propria gloria. V’è una corte di nobil cortigiani, uno stuolo di saggi dottori, un mondo di popoli che vi osserva e attento, adorante ai piedi del cantore, ascolta le meravigliose gesta. Fateli divertire, piangere, sperare, combattere con voi. Stupiteli, meravigliateli! E chissà che succederà all’eroe favorito dal popolo, al dama più soave, al soldato più coraggioso. Il cantore è semplice uomo, e dà ascolto più di quanto dovrebbe al suo pubblico.
Una storia nuova è sempre pronta ad essere scritta e ascoltata.
Il "play to shine"

Come appena detto, i giocatori ad Alarya interpreteranno dei personaggi di un poema, che affrontano mille peripezie per raggiungere i loro (eccessivamente) saldi valori, scritti da un autore speranzoso di compiacere il pubblico, pubblico che avrà un influsso attivo sulla storia, apprezzando in particolar modo certi personaggi.
Dunque compite gesta virtuose, suscitate meraviglia, vivete rocambolesche avventure, magari qualche cortigiano farà il tifo per voi.

Il play to shine è, dunque, una dichiarazione di intenti: vogliamo che ognuno di voi brilli, senza alcuna paura di chiamar su di sè l’attenzione, senza paura di prendere i vostri spazi per gustarvi, fino in fondo, il vostro poema epico.
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